Tutti insieme per chiedere la beatificazione di Don Pino Puglisi

“Diamo un segno. Padre Pino Puglisi Martire”. E’ questo il titolo dell’iniziativa “bipartisan” promossa da Davide Faraone, consigliere comunale di Palermo, insieme ad alcuni esponenti del mondo religioso, della cultura, della politica e della società civile per sollecitare Benedetto XVI  nel riconoscimento del martirio di Don Pino Puglisi.

“A pochi giorni dalla visita del Pontefice a Palermo, ho creduto doveroso – dice Faraone – impegnarmi io, insieme a tanti altri, in questa battaglia che non può che essere “bipartisan”, e cioé  che deve mettere insieme tutti indistintamente: laici e cattolici, politici e società civile, lavoratori e disoccupati.

“Insomma – continua – tutti quelli che pensano che la beatificazione di Don Pino possa essere un “segno” forte contro la mafia e il giusto riconoscimento dell’impegno di un figlio di questa città assassinato perché amava la giustizia e la libertà e voleva cambiare Palermo”.

“Sarebbe un segnale importante – conclude Faraone – se, a 17 anni dall’anatema che Giovanni Paolo II lanciò contro la mafia nel 1993, Benedetto XVI, da Palermo, desse a questa terra un segno forte di speranza”.

A partire da oggi, per tutta la settimana, potrai sottoscrivere l’appello:

  • lasciando semplicemente un commento a questo appello, indicando il tuo nome, l’eventuale gruppo/associazione di appartenenza e, se vuoi, la motivazione/testimonianza per cui si aderisce;
  • sulla pagina di facebook;
  • ai banchetti che si organizzeranno nelle principali piazze di Palermo e al Foro Italico, durante la Messa del Papa di domenica 3 ottobre.

I promotori dell’appello incontreranno i cittadini venerdì 1 ottobre 2010, alle ore 16, a  Sala delle Lapidi, Palazzo delle Aquile – Palermo.

Puoi seguire la diretta dell’evento “Diamo un segno. Padre Pino Puglisi Martire” su USTREAM.

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139 risposte a Tutti insieme per chiedere la beatificazione di Don Pino Puglisi

  1. Una richiesta doverosa per un uomo ed un sacerdote che ho conosciuto ed intervistato diverse volte e che senza timore afrontava la vita ma con serenità e gioia, credendo nell’impegno e nella necessità di stare accanto a chi non aveva le forze nelle gambe e cadeva , sostenendolo ed aiutandolo ad andare avanti per tornare a camminare da solo senza più aiuto.
    Due occhi i suoi che esprimevano la sua generosità ma anche la tranquillità interiore pur davanti a tante difficoltà e gente spietata che gli viveva intorno.
    Per tutti un sorriso ed una parola di conforto che solo un Santo poteva avere.
    Ogni giorno è stato un momento di santità perchè dovevi aiutare gli altri , mentre c’era chi ti metteva addosso un’enorme croce di legno massiccio che ti impediva di andare avanti . Ma lui lo ha fatto lo stesso.
    Anche adesso che scrivo mi si illumina il cuore al tuo ricordo e lo faccio con un sorriso perchè ci hai insegnato che un sorriso allevia davvero tante pene.
    Ciao e grazie Padre Puglisi non mancherò all’appuntamento quando Ti faranno Santo ufficialmente , nel mio cuore lo ripeto già lo sei.

    Avv. Mario Giglio
    Direttore TVNEWSonline – TG Regionale della Sicilia

  2. ALESSANDRO MALANTRUCCO ha detto:

    “Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”: questa è la ragione per cui padre Puglisi va riconosciuto per ciò che già è, un santo!

  3. GRAZIELLA CUSUMANO ha detto:

    VOGLIAMO DIRE AL PIU’ PRESTO “VIVA IL BEATO PINO PUGLISI”

  4. rosalba bellomare ha detto:

    Anche io penso “che la beatificazione di Don Pino possa essere un “segno” forte contro la mafia e il giusto riconoscimento dell’impegno di un figlio di questa città assassinato perché amava la giustizia e la libertà e voleva cambiare Palermo.”

  5. Nino Vicari ha detto:

    se non è santo don Pino Puglisi, chi altri può esserlo?

  6. SAVERIO LEONE ha detto:

    Credo sia un dovere sia verso per Padre Puglisi ,ma anche per noi tutti che attendiamo dei segnali positivi , dei tasselli nella lotta non solo alla mafia ,ma anche verso il malcostume e la delinquenza dilagante ,.

  7. Marianna Spallino ha detto:

    Sperando che almeno questo segno serva a qualcosa…

  8. michele d'ambra ha detto:

    con la speranza che il nostro paese progredisca fino a non aver più bisogno di santi ne di eroi, ma di cittadini consapevoli

  9. Pia Blandano ha detto:

    Da educatrice penso che Don Pino Puglisi sia uno degli esempi più vivi di impegno che questa città non può e non deve dimeticare

  10. irene iannello ha detto:

    don Pino,persona buona e semplice,sacerdote convinto della sua missione e impegnato a tradurre nella vita i principi cristiani. coraggio e amore profondo per i più deboli hanno ispirato la sua vita.lo sguardo limpido e profondo sono lo specchio della sua anima. Santo per le sue virtù e simbolo di lotta alla mafia.

  11. Emanuela Micucci ha detto:

    “Beati i perseguitati a causa della giustizia”. Per aver incarnato questa beatitudine e per tutte le altre sue virtù eroiche, di cui segno visibile resta l’opera del Centro Padre Nostro, don Puglisi è un esempio di santo martire per tanti.

    Azione Cattolica Roma

  12. simone di stefano ha detto:

    Aderisco da non credente perché la beatificazione di Don Pino è un “segno doppio”. Serve a incoraggiare l’idea di chiesa di Puglisi e a lanciare, contemporaneamente, un messaggio di fiducia a tutti quelli che lottano quotidianamente contro mafia e mafiosità.

  13. Salvo 48 ha detto:

    Sono molto grato a Davide Faraone per aver avuto la sensibilità di rilanciare l’appello già avviato dalle Associazioni cattoliche. La vicinanza dei laici in una città come Palermo è una cosa importante. Importante, soprattutto, nel ricordo di Padre Puglisi che ha vissuto la Sua vita lasciandoci una bella testimonianza di impegno civico che si è aggiunto al Suo impegno di religioso. Quindi, grazie a Padre Puglisi ed a Davide Faraone. Sono anche certo che il Santo Padre non tralascerà, nella Sua venuta a Palermo, di far sentire il Suo pensiero sull’argomento.
    Salvo

  14. Vito Taormina ha detto:

    Sarebbe un bel segnale di attenzione da parte della chiesa cattolica su un tema molto sentito anche dai laici…

  15. Cristina ha detto:

    Din Pino Puglisi beato e martire.

  16. Giuseppina ha detto:

    E’ doveroso che si riconosca in maniera più ampia e più gratificante il sacrificio di Don Pino Puglisi che pagò con la vita la sua libertà di pensiero e di parola che voleva la liberazione della gente da ogni forma di sudditanza e schiavitù alle forze del male.

  17. Mariano ha detto:

    Sempre c’è bisogno di speranza! Uccidere è togliere spazi di speranza.
    Don Puglisi servo della speranza buona del Vangelo, martire per la fede nella Redenzione.

  18. Augusto Cavadi ha detto:

    “Repubblica – Palermo”
    23 luglio 2010
    Il dilemma del papa su don Puglisi
    In vista della prossima visita a Palermo (3 ottobre) di Benedetto XVI, un nutrito numero di associazioni cattoliche, di preti, di laici, di simpatizzanti gli ha inviato (mediante il Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone) una lettera-appello affinché don Pino Puglisi sia, finalmente, proclamato martire e santo della Chiesa cattolica. Sappiamo già che la canonizzazione non sarebbe priva di rischi: se don Pino è stato un ‘santo’, gli altri preti sono quasi legittimati a comportarsi da pastori ‘normali’. Dunque a convivere, senza troppi problemi, con i padrini del quartiere che, quasi unanimemente, si proclamano ferventi fedeli.
    Ma i firmatari della lettera al papa si concentrano sull’altro versante della questione: con un atto simile, la Chiesa cattolica uscirebbe definitivamente da una cultura dell’equidistanza fra Stato democratico e mafia; farebbe una chiara scelta di campo; proporrebbe a tutti i suoi ministri un modello di prete che include, tra i propri compiti di evangelizzazione, la difesa gelosa e la diffusione dei princìpi etici che la mafia calpesta quotidianamente.
    Ma cosa c’è dietro questa sollecitazione ‘dal basso’? Come mai centinaia di cattolici palermitani hanno avvertito la necessità di ricordare ai vertici ecclesiastici ciò che dovrebbe risultare di per sé evidente?
    Ciò che non è noto all’opinione pubblica è che la causa di beatificazione di don Puglisi ha incontrato delle difficoltà e rischia, tuttora, di ristagnare in una impasse: perché definire martire cristiano uno che è stato ucciso non “in odio alla fede cristiana” (come prevede la normativa) bensì a causa del suo impegno sociale? La obiezione ha un senso: se fosse stato ‘solo’ un buon parroco di quartiere, interamente dedito al catechismo dei bambini e alla celebrazione dei sacramenti, don Puglisi sarebbe morto a tarda età sul suo letto. Come la stragrande maggioranza dei parroci palermitani nell’ultimo secolo e mezzo.
    La questione teologica che si pone è dunque: come dev’essere il prete secondo lo spirito del Vangelo? Ha ragione chi pensa (e questa sembrerebbe la posizione oggi dominante in Vaticano) che il prete ‘vero’ è un funzionario della liturgia, impegnato a difendere l’istituzione ecclesiastica da urti e tensioni e a moltiplicare adepti soprattutto fra le nuove generazioni, o non è piuttosto un apostolo della parola e dell’azione che deve dare voce alle esigenze di giustizia, di libertà, di fratellanza, di solidarietà della gente tra cui è inviato? E’ chiaro che qui sono in gioco due opposte visioni di chiesa: da una parte la chiesa autoreferenziale, corazzata inaffondabile nelle tempeste della storia, guidata da nocchieri che si autodefiniscono infallibili; dall’altra la chiesa come comunità di credenti, barchetta esposta ai quattro venti, costituita da persone che condividono i dolori e le gioie, la fatica e la ricerca degli altri uomini e delle altre donne. Senza atteggiamenti di superiorità.
    Come andrà a finire? Nessuno oggi è in grado di fare ‘profezie’, Se si guarda alla logica complessiva di questo pontificato, non è lecito nutrire eccessive illusioni: come don Peppino Diana in Campania, anche don Pino Puglisi è morto, come è vissuto, in maniera troppo ‘laica’ per meritare il massimo riconoscimento ecclesiale sulla terra.
    Unico appiglio: che il papa e la Congregazione romana che si occupa del culto dei santi rispolverino la tesi medievale di san Tommaso d’Aquino, “dottore comune” dell’intera chiesa cattolica. L’illustre teologo ‘ufficiale’ l’ha scritto chiaro e tondo: Dio è anche Giustizia e chi muore per la giustizia, muore – lo sappia o meno – per la causa di Dio. Ma allora eravamo nel Medioevo storico, fisiologico: niente di paragonabile con la ristrettezza mentale del Medioevo di ritorno, patologico, in cui la chiesa cattolica sta precipitando. Insieme al resto delle società nominalmente cattoliche.

    Augusto Cavadi

  19. Se Puglisi non è stao ucciso in odio alla fede il suo operato se non ispirato da un amore Cristiano non lo avrebbe portato alla morte.
    “…ha dato la vita per i suoi amici” e Puglisi ha dato la vita per il riscatto della gente di Brancaccio.
    Se non è Santo lui chi altri lo sarà?

  20. Vita Cristiana - Acli Provinciale di Palermo ha detto:

    Padre Puglisi un esempio ed uno stile di vita da imitare. Per i giovani, per gli adulti e per quanti sentono il bisogno di un Amore concreto.
    l’Amore di Dio si manifesta tra gli uomini…Puglisi è un segno da cogliere!

  21. Teresa Cannarozzo ha detto:

    L’esempio di Padre Puglisi venga sottolineato e indicato dalla Chiesa come un modello di altissimo valore umano e professionale, senza se e senza ma.

  22. Anna Federico ha detto:

    L’impegno sociale di Padre Puglisi era dovuto alla sua fede in un Dio che non abbandona mai nessuno…come madre Teresa (Santa Teresa di Calcutta) fù vicino ai poveri e agli indifesi cosi Padre Puglisi scese “dall’altare” per stare vicino alle “pecorelle” che Dio gli aveva affidato. Se questo non è motivo di Martirio ditemi cosa lo è!

  23. ipsia acli palermo ha detto:

    Forse avevamo bisogno di tempo perche’ il suo operato fosse conosciuto anche oltre le mura di Brancaccio
    abbiamo aspettato con il suo ricordo nel cuore

  24. matilde foti ha detto:

    Forte e mite sembra quasi una contraddizione ma non e’ una contraddizione

  25. sr gabriella bandini ha detto:

    p. Pino Piglisi sacerdote santo e martire è una provocazione forte per tutti noi della Chiesa di Palermo.
    Che dono immenso e che proposta forte sarebbe per chi crede nell’educazione della coscienza

  26. Pino Paliaga ha detto:

    Avendo partecipato al lavoro di confronto per la stesura della lettera
    e alla ricerca di gruppi ecclesiali che intendessero sottoscrivere la lettera “prima” dell’invio al Papa,
    affermo con certezza che le 13 associazioni, prime firmatarie, NON sono state contattate per questo incontro di venerdì!

    Perchè poi creare una iniziativa “parallela”?
    Sicuramente lo stile di Faraone è appunto uno stile “politico”:
    tutti quelli che abbiamo sottoscritto l’invito al Papa (e non una sollecitazione) non ci sogniamo di raccogliere firme con un banchetto per strada.

    Il cammino di riconoscimento della morte di 3P come martire passa anche attraverso quanto la sua persona “suscita” nelle singole persone.
    E certo questa iniziativa, che si definisce bipartisan, sembra suscitare divisioni e questo non penso che aiuta.

    Per questo ritengo che quanti condividono la “lettera al Papa”
    dovrebbero farlo in sintonia con lo stile di 3P.
    Non si tratta di “vociare” e sperare che a furia di grida più forti qualcuno si convinca della sua santità.
    Piuttosto di chiedere con umiltà e rispetto di approfondire la sua vita (oltre che la sua morte).
    Quindi invito quanti condividono lo “stile di 3P” di aderire sul sito ufficiale a lui intitolato:
    http://www.padrepinopuglisi.it
    grazie

  27. Matthias von Gunten ha detto:

    Un’ idea importante che sostegno cento per cento anche da lontano e senza essere cattolico. Avevo la possibilità di conocscere la storia e l’opera di Padre Puglisi in luogo e anche se era dopo la sua morte e quindi non l’ho visto mai vivo, è diventato una personalità impressionante e molto presente per me. Vi auguro che il vostro appello sarà ascoltato!

  28. Gregorio Porcaro ha detto:

    La vita e l’impegno di padre Puglisi lasciano intravedere qualcosa di più profondo che attiene allo spirito dell’esistenza cristiana, interpretata nella condizione ministeriale; se li cito è perché ci fanno avvicinare di più alla vicenda e ci fanno intravedere la sua non-casualità.
    L’annunzio della libertà della Chiesa rispetto alla politica di partito e alle sue connessioni affaristiche, clientelari e mafiose ed il superamento del collateralismo maturato in epoca postconciliare ha comportato, nella situazione difficile di un quartiere popolare, una messa in crisi di qualsiasi forma di connivenza o di accondiscendenza, in esplicita discontinuità con gli equivoci di un certo passato.
    Questa presa di distanza viene coniugata con un impegno che, uscendo dalla sacrestia, comincia a percorrere le strade e comincia a delinearsi sul volto dei giovani, coinvolti in un cammino di coscientizzazione, di partecipazione e di ricerca di libertà.
    Le scelte pedagogiche maturate da don Pino nei suoi diversi campi-scuola, la determinazione di un parroco interessato alla dimensione del territorio come luogo in cui esprimere queste scelte, il desiderio di coinvolgere persone il cui impegno prendesse corpo in un territorio bisognoso di respirare l’aria pulita della libertà e della legalità, la ricerca di forme di partecipazione e la promozione di manifestazioni che dessero visibilità ad attraversamenti nuovi nel territorio, la scelta di annunziare il vangelo del Padre Nostro e di tradurlo in una realtà opaca hanno provocato una reazione che non veniva cercata di per sé; metteva a nudo, invece, da una parte l’incompatibilità con lo status quo di un dominio mafioso; dall’altra parte, l’avvio di un processo di maturazione delle coscienze su tutto il fronte della responsabilità cristiana e civile, umana e religiosa, che veniva mal sopportato da una struttura di potere e di violenza quale quella della mafia.
    Sul piano pratico dobbiamo considerare l’intreccio tra le scelte di fondo, i pensieri e le scelte maturate negli ultimi giorni della vita di don Pino. La sua riflessione sul martirio si era fatta attenta alla sua dimensione coestensiva con la vita cristiana, inserita in un contesto di opzione fondamentale, nel quale si va dispiegando la propria dedizione a Cristo nel concreto esercizio del ministero. A noi sembra di potere individuare elementi nuovi che, a partire da questa vicenda, la teologia può aiutare a mettere a tema.
    In primo luogo emerge la concezione ecclesiale caratterizzata dalla coniugazione tra evangelizzazione e promozione umana, sul duplice versante dell’impegno civile e delle iniziative da offrire per una crescita comunitaria. In particolare, rispetto all’esigenza di una nuova evangelizzazione commisurata con i problemi di un determinato territorio, può risultare opportuna la centratura cristologica della vita cristiana: Gesù Cristo luogo dell’esperienza della piena umanità, liberata dai condizionamenti e liberata alla libertà filiale e fraterna.
    In secondo luogo emerge una ricomprensione del ministero, nella sua concezione pastorale, nel senso letterale della parola: Puglisi è pastore della sua comunità; si sente responsabile di essa e dedica la sua vita alle persone del suo quartiere, alle quali comincia a riservare a tempo pieno le sue risorse umane e spirituali, non senza l’aiuto di persone amiche. All’interno di questo atteggiamento pastorale egli comincia a maturare alcune scelte; la prima è relativa alla dimensione del territorio, come spazio in cui esercitare ed esprimere la ministerialità della Chiesa; la sua conoscenza é orientata al ripensamento dell’impegno parrocchiale; il principio della territorialità viene ripensato dentro una progettualità che sceglie il qui ed ora come kairòs della scelta cristiana. Le due precedenti scelte comportano l’allargamento di una presenza non più circoscrivibile dentro le ‘normali’ attività, ma intrecciata con quanto avviene nel territorio.
    D’altra parte, la proposta di una esistenza libera dal peccato e da tutte le sue strutture e forme non può arretrare di fronte a chi pretende di continuare ad imporre la sua volontà, nella connivenza stretta tra le diverse realtà socio-politiche e territoriali.
    Non sappiamo se don Pino avesse letto il seguente testo di K. Rahner, che pure era un autore da lui frequentato; comunque, ci sembra che possa aiutarci a entrare ancora più profondamente nella testimonianza della sua vita.

    “Il sacerdote di domani… sarà un uomo che sopporta, nel pieno senso della parola, la pesante oscurità dell’esistenza insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle. Ma saprà che la tenebra trova la propria origine e il proprio felice compimento nel mistero dell’amore vittorioso, nella ‘assurdità’ della croce… Il sacerdote di domani sarà l’uomo dal cuore trafitto e solo da questa ferita sgorgherà l’efficacia della sua missione. Con il cuore trafitto: da un’esistenza che pare senza Dio, dalla follia dell’amore, dall’insuccesso, dall’esperienza della propria miseria e profonda problematicità. Ma sarà anche un uomo convinto per fede che solo questo cuore potrà dare la forza della missione, che tutta l’autorità dell’ufficio, tutta la validità oggettiva della parola, tutta l’efficacia dell’opus operatum dei sacramenti si potranno tradurre in concreto accadimento salvifico per grazia di Dio, solo se sgorgano da questa misteriosa sorgente, da questo cuore trafitto”.

    Ritengo pertanto di aderire personalmente a quest’appello; non credo che questo sia un vociare bensì un “unire le forze” perchè l’appello delle 13 Associazioni diventi l’appello di una società civile che con difficoltà vuole/deve organizzarsi. Per me è un primo tentativo per rompere quel muro di diffidenza e di scarsa voglia di cooperazione che ha da sempre caratterizzato questa nostra cultura palermitana.
    Mi auguro solo che non si perda nel vuoto e che la figura di Don Pino non sia ancora una volta usata come santino o come garanzia…

  29. Don Puglisi è morto affronttando il suo martirio con parole di grande coraggio :
    LO SAPEVO !
    Lo sapeva che lo avrebbero ucciso ,ma non è tornato indietro, non ha ceduto di un passo per portare avanti la sua missione.
    La mafia fa paura a tutti noi, ma con l’esempio di don Puglisi andiamo avanti nella nostra battaglia.
    Siamo laici , ma abbiamo scritto a Sua Santità perchè vada a Palermo per tutti noi, passando simbvolicamente anche per Firenze, ora non ci resta che chiedere per Padre Puglisi la Santificazione.
    Giovanna Maggiani Chelli
    Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

  30. Marco Cattaruzza - La Spezia ha detto:

    La foto di don Pino Puglisi sta appesa in casa nostra tra quelle dei nostri familiari. Non aspettiamo la beatificazione per venerarne la memoria.

  31. Bruno Di Stefano ha detto:

    Sarebbe molto bello per i siciliani che il Papa mandasse un forte segnale antimafia riconoscendo il martirio di Padre Puglisi: sarebbe ancora più bello affermare che i siciliani oggi sono oppressi anche e forse di più dalla malapolitica e dalla casta!

  32. Michelangelo Moggia ha detto:

    E’ necessario aspettare ancora?

  33. sottoscrivo di tutto cuore l’appello a papa Benedetto XVI, perchè dia un segnale di speranza a tutta la Sicilia con la beatificazione di Padre Puglisi, morto da santo dopo aver vissuto da santo ed eroe ed aver fatto il miracolo di legare a sè in eterno dei giovani che senza il suo aiuto terreno e -post mortem-anche celeste non sarebbero lì dove sono a diffondere il suo messaggio alle genti, sicule e no.

  34. mila spicola ha detto:

    io firmo.

  35. Giuseppina ha detto:

    La sua Beatificazione sarà come una fiaccola sopra una collina visibile da tutti e che attrae a sè.

  36. MATTEO ha detto:

    Un segno anche per dare coraggio a chi vuole lottare contro il malaffare!

  37. Francesco Ferrante ha detto:

    Sono i sacerdoti veri come Don Puglisi che danno speranza alla chiesa.
    Beatificarlo sarebbe un segnale importante da parte del Papa.

  38. Tiziana Cosentino ha detto:

    E’ sempre troppo tardi in questi casi un riconoscimento della Chiesa. Occorre essere profeti in una terra come la nostra dove la Chiesa ha dimenticato di esserlo!!
    E don Puglisi ha avuto il coraggio di vivere il Vangelo fino in fondo sfidando la Mafia.
    Tiziana del Punto Pace Pax Christi di Catania

  39. emanuele coronato ha detto:

    un’utile iniziativa per non dimenticare un esempio di grande umanità e amore nel prossimo

  40. Vincenzo Pezzino ha detto:

    La Chiesa intera dovrebbe schierarsi contro la mafia, non solo con le parole ma con i fatti, seguendo l’esempio di don Puglisi.
    Enzo Pezzino, punto pace Pax Christi di Catania

  41. Tullio Vardanega ha detto:

    Mentre la Chiesa con la C maiuscola considera la questione, e non usa laici come postulatori, sia la chiesa con la c di comunità cristiana a seguire l’esempio dei suoi testimoni, che è il significato letterale del termine martire. Questo sarà il segno migliore della beatificazione della vita e della morte di don Pino Puglisi.

  42. Jeanne Wayo Aranzungi ha detto:

    “Se il seme non muore, rimane solo; ma se muore, porta molto frutto”: dice il Signore.
    Nei frutti si riconosce l’albero…, e nell’albero di Don Pino Puglisi, i frutti ci sono e ce ne saranno in abbondanza: come la presenza del Centro Padre Nostro che è il Vangelo vivente.
    Jeanne Wayo Aranzungi.

  43. piero ha detto:

    Don Pino Puglisi. Don Tonino Bello. Beati accanto a chi spera per la Verità e per la Giustizia.

  44. Paolo Sizzi ha detto:

    Sì ma poi questi martiri teneteveli da bravi; non venite in Lombardia ad imporceli.

    Lombardia Libera

  45. Giuseppe ha detto:

    Don Pino Puglisi Beato.

    Giuseppe Lumia, senatore della Repubblica.

  46. Michelangelo Lo Verde ha detto:

    E se ognuno fa qualcosa!

  47. Angela Genovese ha detto:

    Padre Pino Puglisi ci ha lasciato il segreto per far diventare la terra un paradiso: “E se ognuno fa qualcosa!”

  48. Fabrizio Piazza ha detto:

    La libreria Modusvivendi aderisce all’appello

  49. ASSOCIAZIONE DI CULTURA E SOLIDARIETA' RAGGIO DI SOLE DI BROLO (ME) ha detto:

    IL PRESIDENTE LUIGI LA GRECA E TUTTA L’ASSOCIAZIONE DI CULTURA E SOLIDARIETA’ RAGGIO DI SOLE DI BROLO (PROV. MESSINA) ADERISCE ALL’INIZIATIVA DEL RICONOSCIMENTO DEL MARTIRIO DI PADRE PINO PUGLISI.

  50. Salvatore Piocne ha detto:

    Come diceva Falcone, “bisogna tutti fare qualcosa”.

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